Telecom Italia: decisione Agcom non favorisce svilupppo fibra
15 luglio 2013 - La proposta
di riduzione dei canoni di accesso wholesale alla rete in rame (servizi di Unbundling
del local loop, bitstream naked, bitstream
condiviso e Wholesale Line Rental), che il Consiglio dell’Autorità
per le Garanzie nelle Comunicazioni ha deciso di notificare alla Commissione europea,
presenta evidenti profili di contrasto rispetto al quadro europeo.
L’intervento dell’Autorità
si pone in controtendenza rispetto ad un percorso che, negli ultimi anni, ha portato
ad un allineamento del canone ULL di Telecom Italia alla media ponderata dei principali
Paesi europei (Germania, Francia, Spagna e Regno Unito), attualmente pari a 9,29
€/mese. La proposta risulta, inoltre, del tutto contraria agli orientamenti
della Commissione europea, che auspica la stabilità dei canoni ULL, nonché
alle tendenze in atto nei principali Stati membri, le cui Autorità hanno
recentemente approvato canoni ULL 2013 in crescita rispetto al 2012 (Germania,
Francia e Spagna) o sostanzialmente stabili (Regno Unito).
La decisione di AGCOM dovrà passare al vaglio della Commissione europea
alla quale l’Azienda si riserva di far avere le proprie osservazioni e,
qualora la decisione fosse confermata, Telecom Italia ricorrerà presso
le competenti sedi giurisdizionali.
Pubblicità
La contrazione dei prezzi
dell’accesso in rame risulta in contrapposizione con la proposta di Raccomandazione
del Commissario Kroes, che proprio oggi ha avuto il via libera degli Stati membri
riuniti nel COCOM (Communication Committee), e rischia di compromettere lo sviluppo
delle nuove reti in fibra.
Telecom Italia auspica, pertanto, che, anche alla luce del parere che verrà
trasmesso dalla Commissione europea, AGCOM possa riconsiderare le proprie valutazioni
in merito ai canoni di accesso 2013, salvaguardando sia le dinamiche competitive
sia gli incentivi agli investimenti nelle nuove reti in fibra.
Telecom ritiene, inoltre, che un corretto equilibrio tra concorrenza e investimenti,
in linea con gli orientamenti comunitari, debba essere posto alla base della analisi
di mercato in corso per la definizione dei prezzi di accesso in rame e fibra per
gli anni 2014-2016, nell’ambito della quale dovrebbero essere valutati gli
effetti pro concorrenziali del progetto di scorporo della rete di accesso di Telecom
Italia.
In questa fase, l’Italia ha bisogno di un impegno da parte di tutto il settore
e di politiche regolamentari che, salvaguardando gli assetti concorrenziali e
occupazionali, promuovano quella accelerazione degli investimenti nelle nuove
reti in fibra, necessaria per consentire al Paese di raggiungere gli obiettivi
di sviluppo ultrabroadband 2020 dell’Agenda Digitale che rappresentano,
nell’attuale congiuntura, uno dei principali fattori di crescita dell’economia
e di creazione di nuovi posti di lavoro.
Ove i provvedimenti odierni dell’Autorità fossero confermati, l’impatto
economico-finanziario per la Società ammonterebbe a circa 110 milioni di
euro su base annua rispetto al 2012.
La decisione avrà un impatto materiale sui conti di Telecom Italia che
dovrà essere valutato dal CdA sia per quanto riguarda l'impatto sui programmi
di investimento sia per quanto riguarda il percorso di societarizzazione della
rete di accesso; un progetto del quale si conferma la validità, anche alla
luce degli orientamenti comunitari, ma che la decisione di Agcom mette fortemente
a rischio.
- Pagina
Telecom
- Forum
di discussione Telecom Italia
|