Wind
attacca: traditi dall’Italia, sono a rischio posti di lavoro
Intervista all'AD Paolo Dal Pino
su Repubblica.
7 marzo
- Il capo della "resistenza", per quasi un mese, è stato Paolo
Dal Pino. L’amministratore delegato di Wind le ha provate tutte pur di mantenere
i costi di ricarica ai suoi 15 milioni di clienti “in quanto – spiega
– erano parte integrante del prezzo”. Dal Pino ha scritto all’Autorità
e al ministero avvertendo che avrebbe garantito il taglio solo ai nuovi abbonati.
Ha collezionato pareri su pareri dei massimi costituzionalisti. Raccontano che
il manager abbia anche parlato a decine tra politici e sindacalisti (ma lui non
conferma) pur di ottenere ascolto. Poi, lunedì, Wind si è piegata
ed ha tagliato i costi delle ricariche per tutti i clienti.
Dal Pino: questa battaglia non ha procurato a Wind grandi simpatie.
"Quest’anno è successo qualcosa di importante nella storia di
Wind. Per la prima volta nei suoi 10 anni di vita ha raggiunto l’equilibrio
economico. Ora, per effetto del decreto Bersani, Wind deve prepararsi ad una perdita
di 300 milioni. O magari superiore, nell’anno. L’impatto sul nostro
piano di sviluppo sarà forte".
Lei si lamenta del decreto, ma gli italiani esultano.
"Noi siamo d’accordo sulla sostanza del provvedimento. Ma non condividiamo
la procedura, la competenza e il metodo. L’Autorità aveva aperto
una consultazione sul tema. Tutti gli operatori avevano contribuito. Ed era stato
già delineato un percorso sostenibile".
Il taglio delle ricariche sarebbe arrivato tra mesi.
"Sarebbe arrivato molto prima e senza sottoporre a uno choc simile un mercato
che è sano, concorrenziale e in equilibrio".
Ha parlato con Sawiris, il suo azionista?
"Sawiris ritiene che il decreto penalizzi Wind a favore di Tim e
Vodafone. Due mesi fa, poi, da investitore estero ha comprato la quota di minoranza
di Wind. All’Enel, controllata dallo Stato, ha versato 2 miliardi. Ed ora
il governo, con un decreto, modifica in senso negativo il piano economico-finanziario
su cui si basava la valutazione di Wind. Sawiris è sorpreso e deluso".
Alzerete i prezzi?
"Facile a dirsi. La realtà è che siamo in un mercato
concorrenziale dove i prezzi sono tra i più bassi in Europa. Se alzassimo
i prezzi potremmo generare un’emorragia di clienti in favore di Tim e Vodafone,
che hanno la forza per tenere ferme le loro tariffe".
Bersani dice di aver risvegliato la concorrenza nel settore.
"Non scherziamo. I due operatori più forti sono avvantaggiati
e vedono rafforzata la loro posizione di dominanza. Intanto viene penalizzata
proprio Wind che da anni propone l’offerta più conveniente. Senza
il nostro stimolo, in questi anni Tim e Vodafone non avrebbero mai ridotto le
loro tariffe. Mi domando peraltro perché venga consentito di vendere servizi
sotto costo. Stupisce infine che si elimini il costo di ricarica, mentre il valore
del canone che avvantaggia Telecom resta invariato da anni".
Che farete, alla fine?
"Per mantenere l’equilibrio dovremo ridurre gli investimenti
strutturali e tagliare i costi operativi. Temo rischi per l’occupazione.
Wind, in ogni caso, è un’azienda giovane e dinamica e saprà
superare anche quest’ostacolo confermandosi l’operatore più
conveniente".
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